"Mense e banchetti nella Udine Rinascimentale" e delle deliziose Frittelle di chiare d'uovo, fior di farina, formaggio fresco e fiori di sambuco
martedì, maggio 31, 2016Lo scorso 18 maggio ho partecipato, assieme ad un gruppo di blogger, a una visita guidata della mostra “Mense e Banchetti nella Udine rinascimentale” presso il Castello del capoluogo friulano.
La mostra raccoglie trecento esemplari provenienti dai depositi dei Civici Musei, dagli scavi e dalle ricerche condotte in città dalla Sovrintendenza archeologia del FVG e illustra attraverso libri, vasellame e stoviglie i rituali dei nobili friulani tra Quattrocento e Cinquecento.
I reperti esposti riescono, attraverso un percorso molto piacevole, a ricomporre l’immagine della città medievale e delle sue successive trasformazioni.
Siamo state accompagnate nella nostra visita dall’archeologa Micaela Piorico e dalla dottoressa Elisa Pallavicini, studiosa di ricettari inediti, che sono state capaci di tracciare un bel quadro dell’epoca.
Abbiamo appreso con curiosità che il primo libro stampato in Friuli e pubblicato a Cividale nel 1480 è stato il ricettario dell’umanista Bartolomeo Platina, dal titolo “De onesta voluptate et valetudine”.
Allora i ricettari, a differenza dei libri che noi conosciamo, erano perlopiù un mero elenco di ingredienti, non erano suddivisi per portata e non seguivano un ordine alfabetico.
Tutte le pietanze ruotavano attorno a 4 elementi: caldo, secco, umido e freddo e tutti i menù tenevano sempre conto di queste contrapposizioni.
Si cucinava a fuoco vivo, sulle braci, quindi calcolare i tempi di cottura - che nei testi venivano spesso indicati con il numero di Ave Maria da recitare - non era cosa da poco e persino l’osservazione della fiamma era essenziale per la buona riuscita del piatto.
Sono questi i secoli in cui si sviluppa il “graffito friulano”, una produzione ceramica di altissimo livello, come si evince dalle mattonelle parietali rinvenute in Palazzo Ottelio.
Molte le informazioni racchiuse anche nelll’Ultima cena di Pomponio Amalteo, un olio su tela di grandi dimensioni esposto nella Galleria d’Arte Antica dei Civici Musei, che rappresenta l’interno di una sala dall'architettura rinascimentale con molti riferimenti ai rituali dell’epoca.
Con l’ausilio della multimedialità, che evidenzia di volta in volta alcuni particolari, è possibile cogliere aspetti tipici dei banchetti rinascimentali, che erano un’occasione per deliziare il palato con cibi elaborati e coreografici.
Arredi, decori, l’apparecchiatura della tavola, l’aria, il cui aroma doveva essere intonato alla stagione, tutto contribuiva a ostentare il rango del padrone di casa, il suo prestigio e il suo potere.
I banchetti erano sontuosi: basti pensare che nel corso di una cena organizzata per Carlo V vennero serviti ben 778 piatti diversi.
Per entrare nello spirito dell’epoca, vi propongo un piatto tratto proprio dal libro “De onesta voluptate et valetudine” di Bartolomeo Platina e rielaborata dalla dottoressa Pallavicini.
Queste frittelle venivano consumate sia calde sia fredde, accompagnate da fiori di borragine o salvia. In questo caso ho voluto arricchire la ricetta con dei fiori di sambuco, tipici del periodo primaverile.
Il risultato sono delle frittelle molto soffici, profumate, che sanno piacevolmente di antico.
Se lo gradite, potete cospargerle con dello zucchero a velo, anche se - a mio modo di vedere - sono ottime al naturale con il lieve contrasto tra il dolce e il salato, che viene conferito dal formaggio stagionato.
Frittelle di chiare d'uovo, fior di farina, formaggio fresco e fiori di sambuco
Ingredienti per 12 frittelle:
I reperti esposti riescono, attraverso un percorso molto piacevole, a ricomporre l’immagine della città medievale e delle sue successive trasformazioni.
Siamo state accompagnate nella nostra visita dall’archeologa Micaela Piorico e dalla dottoressa Elisa Pallavicini, studiosa di ricettari inediti, che sono state capaci di tracciare un bel quadro dell’epoca.
Abbiamo appreso con curiosità che il primo libro stampato in Friuli e pubblicato a Cividale nel 1480 è stato il ricettario dell’umanista Bartolomeo Platina, dal titolo “De onesta voluptate et valetudine”.
Un estratto dal libro del Platina “De onesta voluptate et valetudine" |
Allora i ricettari, a differenza dei libri che noi conosciamo, erano perlopiù un mero elenco di ingredienti, non erano suddivisi per portata e non seguivano un ordine alfabetico.
Tutte le pietanze ruotavano attorno a 4 elementi: caldo, secco, umido e freddo e tutti i menù tenevano sempre conto di queste contrapposizioni.
Si cucinava a fuoco vivo, sulle braci, quindi calcolare i tempi di cottura - che nei testi venivano spesso indicati con il numero di Ave Maria da recitare - non era cosa da poco e persino l’osservazione della fiamma era essenziale per la buona riuscita del piatto.
Lo sviluppo economico della città si evince sia dalla sontuosità delle dimore sia dai corredi da tavola ricercati, che seguivano mode precise e potevano arrivare da lontano, da Faenza o addirittura dalla Spagna.
Sono questi i secoli in cui si sviluppa il “graffito friulano”, una produzione ceramica di altissimo livello, come si evince dalle mattonelle parietali rinvenute in Palazzo Ottelio.
Molte le informazioni racchiuse anche nelll’Ultima cena di Pomponio Amalteo, un olio su tela di grandi dimensioni esposto nella Galleria d’Arte Antica dei Civici Musei, che rappresenta l’interno di una sala dall'architettura rinascimentale con molti riferimenti ai rituali dell’epoca.
Con l’ausilio della multimedialità, che evidenzia di volta in volta alcuni particolari, è possibile cogliere aspetti tipici dei banchetti rinascimentali, che erano un’occasione per deliziare il palato con cibi elaborati e coreografici.
Arredi, decori, l’apparecchiatura della tavola, l’aria, il cui aroma doveva essere intonato alla stagione, tutto contribuiva a ostentare il rango del padrone di casa, il suo prestigio e il suo potere.
I banchetti erano sontuosi: basti pensare che nel corso di una cena organizzata per Carlo V vennero serviti ben 778 piatti diversi.
Per entrare nello spirito dell’epoca, vi propongo un piatto tratto proprio dal libro “De onesta voluptate et valetudine” di Bartolomeo Platina e rielaborata dalla dottoressa Pallavicini.
Queste frittelle venivano consumate sia calde sia fredde, accompagnate da fiori di borragine o salvia. In questo caso ho voluto arricchire la ricetta con dei fiori di sambuco, tipici del periodo primaverile.
Il risultato sono delle frittelle molto soffici, profumate, che sanno piacevolmente di antico.
Se lo gradite, potete cospargerle con dello zucchero a velo, anche se - a mio modo di vedere - sono ottime al naturale con il lieve contrasto tra il dolce e il salato, che viene conferito dal formaggio stagionato.
Frittelle di chiare d'uovo, fior di farina, formaggio fresco e fiori di sambuco
Ingredienti per 12 frittelle:
Montasio Stravecchio 70 gr
Casatella trevigiana 70 gr
albumi 3
farina 00 70 gr
zucchero 3 cucchiai
fiori di sambuco 30 grOlio di arachide per friggere
Grattugiare i due tipi di formaggio, aggiungere gli albumi, la farina e lo zucchero e creare un impasto liscio e morbido. Alla fine amalgamare con delicatezza i fiori di sambuco lavati e asciugati.
Portare l'olio a temperature (170°C) e versarvi l'impasto a cucchiaiate.
Cuocere le frittelle fino a quando saranno ben dorate. Scolarle e farle asciugare per bene su della carta assorbente. A piacere cospargere con un po’ di zucchero.
Se siete curiosi di scoprire tutti i segreti sull’alimentazione degli antichi udinesi il 3 e 17 giugno potrete conoscere ed assaggiare ciò che veniva servito sulla tavola dei Savorgnan e delle altre grandi famiglie nobiliari cittadine all’epoca rinascimentale.
Dalle ore 18 è prevista una vista guidata in compagnia di un archeologo, cui seguirà una degustazione di pietanze tratte dal ricettario del Bartolomeo Platina la cui realizzazione verrà affidata allo chef Roberto Gruden della Gastronomica Friulana.
Le tecniche di preparazione e ingredienti saranno dell’epoca, per offrire un gusto quanto più possibile vicino ai sapori del tempo. La prenotazione è obbligatoria entro il giovedì sera.
'MENSE E BANCHETTI NELLA UDINE RINASCIMENTALE'
Museo Archeologico, Castello di Udine
aperta al pubblico fino al 18 settembre 2016
da martedì a domenica dalle 10.30 alle 17
Biglietto: intero 5 euro - ridotto 2,50 euro
Civici Musei tel. 0432-1272591
Puntoinforma tel. 0432-1273717
PER LE DEGUSTAZIONI
lun-mar-giov 9-13 e 14-17
merc-ven 9-13
e-mail didatticamusei@comune.udine.it
tel.(+39) 0432-1273749
fax (+39) 0432-1270343
3 colazioni a letto
Ovviamente queste cose interessanti solo da quando non vivo più lì!
RispondiEliminaChe buone frittelle, adoro tutti gli ingredienti!
Ahahah mi hai fatto sorridere.
RispondiEliminaPotresti organizzare un weekend entro settembre però, è decisamente una mostra interessante!
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