Peperoni stufati - Papriche in tecia
domenica, luglio 05, 2009Aveva scelto il terreno, disegnato e costruito la casa in cui poi era andato a vivere con la sua famiglia. Era una casa a più piani con appartamenti distinti, così quando mio padre si sposò, il problema dell'abitazione non si pose neanche, anche lui sarebbe vissuto lì con la sua famiglia.. e così fu.
Sono nata e cresciuta in quella casa: una bella casa con un grande giardino, una casa in cui le porte erano sempre aperte e di giorno si viveva molto assieme.
Molti dei miei ricordi d'infanzia si legano ai profumi, soprattutto quelli della cucina, nella mia famiglia in effetti si è sempre cucinato molto: il profumo delle mele e della vaniglia degli strudel durante le feste, il pane al latte appena sfornato la domenica mattina, il capretto al forno del giorno di Pasqua.
Il piatto di cui vi scrivo oggi è legato al caldo dell'estate e a uno di questi profumi. I peperoni stufati della nonna, quell'aroma persistente che saliva dalle scale e che mi faceva correre da lei per chiederle un assaggio. Lei mi diceva sempre: " ma no Sabrina, li ho appena preparati, bisogna farli riposare! " e me ne metteva un po' su un piattino perchè li gustassi più tardi.
La pazienza in cucina, uno dei suoi inconsapevoli ( forse?) insegnamenti.
Proprio perchè il riposo è essenziale, io li preparo la sera (quando peraltro fa più fresco) e li servo il giorno seguente. Dopo il riposo i pezzetti di verdura si avviluppano morbidamente tra di loro e secondo me sono buonissimi... anche piluccati freddi dal frigo.
Peperoni stufati - Papriche in tecia
Ingredienti per 4 persone
800 gr di peperoni gialli
70 ml di olio extravergine di oliva
2 cucchiai di prezzemolo tritato
Lavate i peperoni, togliete i semi e i filamenti interni e tagliateli a pezzi di medie dimensioni. Scaldate in un tegame l’olio e versateci i peperoni, mescolate e cuocete a fuoco moderato per 15 minuti a tegame coperto. Controllate di tanto in tanto ed eventualmente date una mescolata. Passati 15 minuti, togliete il coperchio, salate e continuate la cottura con il fuoco al minimo per altri 45 minuti circa o comunque fino a che i peperoni saranno diventati morbidi. Spegnete e aggiungete il prezzemolo. Lasciate riposare e solo dopo aggiustate eventualmente di sale, rischiate altrimenti di compromettere il piatto.
7 colazioni a letto
Ciao Sabri, ben tortata dalle ferie e grazie della tua visita...e anche di questo piatto colorato che non c'é dubbio ha il sapore dell'estate. Anche a me i peperoni mi richiamano alla memoria tanti ricordi da bambina..il loro profumo durante la cottura si percepiva quasi in tutte le case al ritorno dalla spiaggia!!!Una fame!!
RispondiEliminaBuona notte!
Leggo che questa è una ricetta triestina. Che bella città, Trieste! Ci sono stata per motivi di studio e ricordo ancora le sale della biblioteca (Hortis??) e una specie di trattoria di fronte. E poi a Trieste ho fatto una delle migliori cene di pesce della mia vita! In attesa di provare a fare i tuoi peperoni (anzi, papriche), a presto
RispondiEliminaSemplici ma con tutto il sapore dentro delle tradizioni!
RispondiEliminaHo idea anch'io che riposati siano ancora meglio e visto che ho una cassetta di peperoni in casa...oggi li proverò!
anch' io li preparo così e sono buonissimi. Buona settimana.
RispondiEliminaLisa
@Mariluna: si anche se quest'estate tarda un po' a venire...
RispondiElimina@Sabrine: La ricetta originale prevederebbe anche del pomodoro,ma la nonna li ha sempre preparati così, semplici. Ma come sei finita nel lontano nord-est? Si ricordi bene la biblioteca è quella di piazza Hortis e probabilmente la trattoria di cui parli è "Siora Rosa" meta preferita degli studenti.
@Barbara: sembra incredibile che da pochi semplici ingredienti ne possa uscire qualcosa di così buono
@Lisa: è qui si vedono le origini comuni!!
devono essere buonissimi! grazie per aver condiviso con noi una ricetta legata ai tuoi ricordi!
RispondiEliminaSulla scia delle tue papriche e dei miei ricordi triestini: ebbene sì, era proprio la Siora Rosa! Quanto alla biblioteca, dove mi trovavo per ragioni di ricerca, non me la dimenticherò mai, perchè ero così assorta nei miei studi che non ho sentito l'avviso e mi sono ritrovata chiusa dentro!! Mi sono liberata prendendo a pugni una porta da cui filtrava una luce (che si sarebbe spenta di lì a poco!!). A presto
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